La produzione della protesi mammaria richiede numerose fasi ben definite.
LA SCELTA DEI MATERIALI
Il silicone deve essere di altissima purezza, mentre il gel di riempimento deve essere ad alta coesività e resistente ad una pressione di rottura intorno a 50Kg/cmq, per azzerare le possibilità di fuoriuscita del gel in caso di apertura dell'involucro. Il silicone viene trattato e sottoposto a polimerizzazione per ottenere una superficie non appiccicosa e senza tracce di sottoprodotti volatili. Infine, per ottenere le opportune proprietà meccaniche e per eliminare gli eventuali residui, si può effettuare una cura termica in forno per qualche ora.
IL GUSCIO
La produzione del guscio, che dovrà contenere il gel della protesi mammaria, prevede l'utilizzo di modelli sui quali viene deposto il polimero. Possono essere metallici o in materiale plastico: i primi garantiscono la semplicità di estrazione del guscio, ma hanno un elevato peso; quelli in materiale plastico, (Teflon e Delrin) permettono la realizzazione di modelli a minor costo ma complicano l’estrazione a causa della superficie ruvida.
LA TESTURIZZAZIONE
La complicanza più frequente è la comparsa di capsule, che rendono rigida la protesi. L’intensità di questo fenomeno negativo può essere ridotta attraverso il ricorso a materiali meglio rifiniti e a tecniche particolari, prima fra tutte la testurizzazione della superficie protesica.
I TAPPI
Dopo aver realizzato gli involucri e dopo avervi inserito il gel, il foro del guscio deve essere sigillato. Per questo si stampano dei tappi da incollare a caldo sul bordo del foro, sui quali sono di solito impresse le targhe di riconoscimento delle protesi.
LAVAGGIO
La decontaminazione della protesi è molto importante per renderle sterili. Questo processo avviene mediante lavaggi con acqua finalizzati a fare scendere la concentrazione di sostanze estranee sotto una determinata soglia.
IMBALLAGGIO
Per l’imballaggio, ogni protesi è confezionata singolarmente in un involucro in polietilene trasparente termosaldato.
LA SCELTA DEI MATERIALI
Il silicone deve essere di altissima purezza, mentre il gel di riempimento deve essere ad alta coesività e resistente ad una pressione di rottura intorno a 50Kg/cmq, per azzerare le possibilità di fuoriuscita del gel in caso di apertura dell'involucro. Il silicone viene trattato e sottoposto a polimerizzazione per ottenere una superficie non appiccicosa e senza tracce di sottoprodotti volatili. Infine, per ottenere le opportune proprietà meccaniche e per eliminare gli eventuali residui, si può effettuare una cura termica in forno per qualche ora.
IL GUSCIO
La produzione del guscio, che dovrà contenere il gel della protesi mammaria, prevede l'utilizzo di modelli sui quali viene deposto il polimero. Possono essere metallici o in materiale plastico: i primi garantiscono la semplicità di estrazione del guscio, ma hanno un elevato peso; quelli in materiale plastico, (Teflon e Delrin) permettono la realizzazione di modelli a minor costo ma complicano l’estrazione a causa della superficie ruvida.
LA TESTURIZZAZIONE
La complicanza più frequente è la comparsa di capsule, che rendono rigida la protesi. L’intensità di questo fenomeno negativo può essere ridotta attraverso il ricorso a materiali meglio rifiniti e a tecniche particolari, prima fra tutte la testurizzazione della superficie protesica.
I TAPPI
Dopo aver realizzato gli involucri e dopo avervi inserito il gel, il foro del guscio deve essere sigillato. Per questo si stampano dei tappi da incollare a caldo sul bordo del foro, sui quali sono di solito impresse le targhe di riconoscimento delle protesi.
LAVAGGIO
La decontaminazione della protesi è molto importante per renderle sterili. Questo processo avviene mediante lavaggi con acqua finalizzati a fare scendere la concentrazione di sostanze estranee sotto una determinata soglia.
IMBALLAGGIO
Per l’imballaggio, ogni protesi è confezionata singolarmente in un involucro in polietilene trasparente termosaldato.
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