Prima di arrivare ai materiali utilizzati oggi, ci sono state numerose sperimentazioni attraverso gli anni, che possono essere sintetizzate in tre generazioni.
I GENERAZIONE
La prima generazione corrisponde ai primi impianti della Dow Cornig commercializzati tra il 1963 e il 1977, che possono essere definiti con involucro spesso e superficie liscia.
II GENERAZIONE
La seconda generazione si riferisce agli impianti della Dow Cornig commercializzati tra il 1972 e il 1986. Con questi era stato possibile avere involucro sottile con superficie liscia, ma i problemi non erano stati risolti del tutto. Esempi di protesi realizzate in quel periodo sono quelle con all'interno gel non coesivi, oppure altre che presentavano trasudazione dopo 12 anni dall'applicazione.
III GENERAZIONE
Nel 1979 la McGhan e la Heyer-Schulte hanno introdotto per primi gli involucri con barriera al fluorosilicone, seguiti nel 1981 dalla Dow Cornig ed in seguito da tutti i principali produttori di protesi. E' la generazione dell'involucro spesso e della superficie testurizzata, grazie alle quali è stato possibile ridurre drasticamente l'incidenza di contrattura capsulare.
I GENERAZIONE
La prima generazione corrisponde ai primi impianti della Dow Cornig commercializzati tra il 1963 e il 1977, che possono essere definiti con involucro spesso e superficie liscia.
II GENERAZIONE
La seconda generazione si riferisce agli impianti della Dow Cornig commercializzati tra il 1972 e il 1986. Con questi era stato possibile avere involucro sottile con superficie liscia, ma i problemi non erano stati risolti del tutto. Esempi di protesi realizzate in quel periodo sono quelle con all'interno gel non coesivi, oppure altre che presentavano trasudazione dopo 12 anni dall'applicazione.
III GENERAZIONE
Nel 1979 la McGhan e la Heyer-Schulte hanno introdotto per primi gli involucri con barriera al fluorosilicone, seguiti nel 1981 dalla Dow Cornig ed in seguito da tutti i principali produttori di protesi. E' la generazione dell'involucro spesso e della superficie testurizzata, grazie alle quali è stato possibile ridurre drasticamente l'incidenza di contrattura capsulare.
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